Attenti alla pianta: la Belladonna!

Attenti alla pianta: la Belladonna!

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La Belladonna, in realtà, è molto utilizzata in omeopatia, però se presa in dosi sbagliate può risultare estremamente tossica. Quindi, la mia premessa è che se volete farne un utilizzo omeopatico è bene farvelo prescrivere dal vostro medico omeopata e comprarla dal vostro farmacista di fiducia, che vi darà il preparato con il principio attivo standardizzato in modo da non risultare tossico .

La Belladonna ha come nome scientifico Atropa Belladonna e appartiene alla famiglia delle Solanaceae. In Italia è possibile trovarla nei boschi di Alpi e Appennini, ad un’altezza di 1400 mt.

La pianta è ricca di Atropina, sostanza molto familiare ai soggetti che hanno problemi di vista. Infatti, è utilizzata per dilatare le pupille durante una visita oculistica. Si narra che nell’antica Grecia, le donne ne facessero abuso per allargare lo sguardo e sedurre gli uomini. Peccato che alla fine perdevano la vista per troppo utilizzo della sostanza. Stupide!

Non voglio trattare l’uso omeopatico, in quanto non sono molto esperto di questa scienza e non vorrei darvi informazioni sbagliate. Il mio consiglio è di chiedere consiglio a chi ne è esperto.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, dati da un dosaggio elevato di Belladonna, si annovera:

  • Secchezza delle fauci, con difficoltà nella deglutizione;
  • Perdita del controllo psicomotorio insieme a disordini mentali e allucinazioni;
  • Febbre e tachicardia;
  • Cute arrossata;
  • Sonnolenza, coma e arresto respiratorio.

Quindi, il consiglio è di evitare il contatto con la pianta senza la supervisione di un medico specialista. Attenti!

L’olio essenziale di Menta!

L’olio essenziale di Menta!

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In questi giorni sono stato un po’ assente a causa di festività Pasquali. Colombe, uova, agnelli, pastiere ecc. hanno contornato questo fine settimana festivo. Oggi, son tornato per parlarvi di uno dei 10 oli essenziali che mai devono mancare in casa: la Menta.

L’olio essenziale viene ricavato dalla pianta intera al momento della fioritura, tramite distillazione in corrente di vapore. Fra le sostanze che sono contenute all’interno, il mentolo è quello con la percentuale maggiore.

E’ adatto contro emicranie, nevralgie, pruriti e urti di varia natura. Infatti, andando alla massaggiare sulle tempie (per emicranie) o nei punti di prurito, dona una sensazione di freschezza e sollievo, che farà passare i sintomi in un’istante.

Usandolo per farci i suffumigi, è utile contro le malattie da raffreddamento come bronchiti, raffreddore e tosse grassa e secca.

Si possono fare degli sciacqui del cavo orale per curare infiammazioni come afte, stomatiti e mal di gola. Oltre all’azione antinfiammatoria, donerà una sensazione di freschezza che calmerà i sintomi poco dopo l’applicazione.

Se nell’etichetta del prodotto vi è scritto che è possibile utilizzarlo anche ad’uso alimentare, potete somministrarlo miscelandone una goccia di olio essenziale in 100 grammi di miele. Questa miscela sarà utile per aiutare la digestione, contro la nausea, flatulenze e meteorismo.

Nausea? Vomito? Ci pensa lo Zenzero!

Nausea? Vomito? Ci pensa lo Zenzero!

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Chi di voi nei viaggi lunghi e stressanti, magari in montagna con un sacco di curve, soffre di mal d’auto e gli viene un’irresistibile voglia di vomitare? O chi di voi, in estate, prende il traghetto per andare in Sardegna ma ogni volta vi è la tortura del mal di mare? O nei viaggi in giro per il mondo, sull’areo con le turbolenze di vento, si sente lo stomaco sottosopra?? Fortunatamente non io, dato che ho avuto il coraggio di andare sulle montagne russe dopo aver mangiato un menù al Mac Donald. Per il resto delle persone, invece, vi è un rimedio piccante. dal retrogusto di limone, che non deve mai mancare nei viaggi: lo Zenzero!

Scientificamente chiamato Zingiber Officinale Rosc. ed’appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae. Dello zenzero si usa la parte sotterranea, ovvero la sua radice dall’aspetto legnoso che andrà sbucciata al momento dell’uso. Per chi non ama il suo sapore, in erboristeria è possibile trovare le capsule di zenzero, la polvere o lo zenzero candito (buonissimo!!).

Agisce principalmente nell’apparato digerente in quanto risulta essere eupeptico, scialagogo (aumenta la secrezione salivare), carminativo, antispasmodico e inoltre funge da febbrifugo, antitussivo e afrodisiaco.

Per tutte le ragioni precedente indicate, la pianta può essere utilizzata contro le nausee da mezzo di trasporto, le nausee da gravidanza, in casi di ipoacidità gastica, digestione lente, spasmi gastrici, flatulenze, meteorismo, febbre, tosse e riduzione della libido.

Quindi il consiglio generale per tutti è di favorire l’utilizzo di questa spezia, insaporendoci i vostri manicaretti, in modo da favorire la vostra digestione e sentirsi più leggeri durante la giornata!

Attenti alla pianta: la Pulsatilla!

Attenti alla pianta: la Pulsatilla!

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Settimana scorsa ero a casa di un amica e ho visto una pianta bellissima, che non conoscevo assolutamente. La nonna ci dice che si chiama, in toscano, Erba del Diavolo e facendo alcune ricerche ho scoperto che il nome più comune è Pulsatilla!

Scientificamente è detta Anemone Pulsatilla o Pulsatilla Vulgaris ed’appartiene alla famiglia delle Ranuncolaceae.

Si può trovare comunemente nei luoghi collinari e montani di Alpi e Appenino, anche se non manca in alcune zone di pianura. La fioritura avviene tra la fine di Marzo e gli inizi di Giugno.

La Pulsatilla appartiene a quelle classi di piante che ho definito in questo blog “tossiche” (qui l’articolo precedente). Tutta la pianta è velenosa, ma in particolar modo i fiori che sono ricchi di alcaloidi, tra cui protoanemonina e anemonina, e alcune saponine.

La specie vegetale contiene un liquido giallo, volatile, fortemente irritante per gli occhi. Inoltre, se viene ingerita in quantità elevate può dare disturbi allo stomaco, diarrea, sangue nelle urine e disturbi respiratori.

Detto ciò, è altamente sconsigliabile toccare la pianta per la sua forte azione irritante, perciò state attenti!!

Gli effetti psicologici degli oli essenziali.

Gli effetti psicologici degli oli essenziali.

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Il tema di uno dei primi articoli trattati in questo blog era l’Aromaterapia e il modo di utilizzo degli oli essenziali (qui per rileggerlo). Secondo molti aromaterapisti il solo odore degli oli essenziali va ad’agire a livello psichico e ad’influenzare quindi gli stati psicologici della persona. Ci sarebbe da farci un trattato su questo argomento, però essendo un discorso talmente complicato da spiegare evito di parlarne onde evitare confusione. La scienza che va a studiare gli effetti  degli oli essenziali sull’umore della persona viene chiamata: Psicoaromaterapia.

Dopo questa breve introduzione dell’argomento, andrò a fare una lista di oli essenziali da utilizzare (con brucia essenze, vaporizzatore ecc.) in vari stati psicologici.

  • Aggressività: gelsomino, camomilla, rosa, sandalo ylang-ylang, cedro.
  • Depressione: basilico, benzoino, bergamotto, gelsomino, melissa, salvia sclarea,ylang-ylang, rosa.
  • Freddezza: finocchio, geranio, gelsomino, rosa, ylang-ylang.
  • Ira: benzoino, camomilla, lavanda, mirra, neroli.
  • Isteria: benzoino, camomilla, lavanda, maggiorana, salvia sclarea, neroli, ylan-ylang.
  • Malinconia: basilico, bergamotto, pompelmo.
  • Panico: geranio, gelsomino, camomilla, melissa, salvia sclarea, neroli, rosa.
  • Shock: melissa, neroli, menta piperita.
  • Stress:  benzoino, bergamotto, finocchio, lavanda, melissa, salvia sclarea, legno di rosa, sandalo, cedro atlante,cannella.
  • Tristezza: bergamotto, pompelmo, melissa,arancio dolce, rosa, salvia sclarea,mirto.

In conclusione, se ci troviamo in uno degli stati d’animo precedentemente elencati, il solo odore di una dell’essenze dovrebbe aiutare a calmare lo stato psicologico. Quindi non vi rimane altro che profumare la vostra casa con una degli oli essenziali elencati poc’anzi.

Le proprietà della Cannella!

Le proprietà della Cannella!

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Ammetto che la Cannella è una tra le mie spezie preferite, sia a livello olfattivo che gustativo. Spesso la metto nei dolci, specialmente nella torta di mele gli da quel tocco in più, sia nel profumo che nel sapore. D’inverno capita spesso che mi faccio un infuso da bere con scorza d’arancia e cannella, che oltre ad’essere buono esplica alcune delle proprietà di questa spezia.

Ve ne sono di vari tipi, la più pregiata è quella di Ceylon che in termini scientifici è la Cinnamom zeylanicum, ma spesso nella grande distribuzione troviamo la Cinnamom Cassia, meno pregiata, dall’aroma più aspro, ma più venduta perché meno costosa.

La droga della cannella è lo strato di “corteccia” più interno del fusto e dei ramoscelli che è botanicamente chiamato floema. In commercio si trova nei classici bastoncini (i migliori) o in polvere.

La spezia, oltre alle proprietà culinarie, ha delle virtù salutistiche non indifferenti. Infatti, viene utilizzata per calmare gli spasmi gastrici e muscolari, come antivomitiva, antidiarroica, aperitiva (stimola l’appetito), contro le malattie da raffreddamento e come afrodisiaco, per stimolare quindi la voglia sessuale.

All’interno della spezia c’è la cinnamaldeide che svolge un’azione antibatterica e antifungina, utile come coadiuvante nelle infezioni dell’apparato respiratorio e su dermatomicosi e Candida Albicans!

Alcuni studi hanno evidenziato che è la Cannella è in grado di diminuire il livello di glicemia nel sangue in soggetti diabetici e di abbassare il livello di colesterolo “cattivo” LDL.

Infine, secondo alcuni ricercatori dell’università di Tel Aviv, usare in maniera abitudinale la Cannella riduce il rischio di sviluppare la sindrome di Alzheimer.

Quindi non ci rimane che introdurla più spesso in tavola!

S.O.S. Vitamina C: ci pensa la Rosa Canina!

S.O.S. Vitamina C: ci pensa la Rosa Canina!

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Il suo nome scientifico è Rosa Canina L., appartiene alla famiglia delle Rosaceae e spesso viene chiamata anche rosa selvatica, nel gergo comune. E’ il tipo di rosa più comune nel paesaggio boschivo montano, submontano e a volte pure marittimo d’Italia.

Le parti utilizzate della pianta sono i suoi frutti (botanicamente chiamati cinorridi) e i fiori.

La pianta è ricca in vitamina C, tanto che si stima che per ogni 100 grammi di droga vi sono all’interno 2 mg di vitamina. Infatti, per queste ragioni è un prodotto molto apprezzato nell’industria farmaceutica ed’erboristica.

Le proprietà della pianta sono per lo più antinfiammatorie, antiallergiche, astringenti (per il contenuto in tannini) e antiossidanti generali. In genere viene utilizzata in casi di otiti, tracheiti, raffreddori e rinofaringiti di natura allergica e non. Ottimo come coadiuvante nelle terapie antibiotiche, dato l’elevato contenuto di vitamina C. Per esplicare un azione antiallergica maggiore, è bene associare la Rosa Canina all’azione sinergica del Ribes Nigrum, antistaminico naturale per eccellenza.

In ambito cosmetico è possibile farsi una maschera frullando i frutti freschi della rosa, che svolgeranno un’azione schiarente, levigante e tonificante della pelle.

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Scrub fai da te!

Scrub fai da te!

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Spesso vi parlo di maschere (qui l’ultima da me creata), ma mai vi ho parlato di scrub per il viso. Che sbadato!! Il trattamento scrub serve per rimuovere le cellule morte che si depositano sulla pelle di viso e corpo. Residui cellulari che sono causa di ruvidezza, grigiore e poca luminosità della cute.

lo scrub in genere viene fatto dopo la detersione del viso e prima della maschera. All’interno deve contenere delle particelle abrasive che esplicheranno la funzione del cosmetico, ovvero la pulizia profonda della pelle.

Spesso a me capita di avere finito i prodotti comprati in erboristeria o profumeria e quindi mi diverto a crearne alcuni home-made. Di seguito vi mostro alcune ricette per varie tipologie di pelle.

Pelli secche (tipo la mia) o normali.

  • Fase liquida: olio d’oliva, miele o yoghurt bianco
  • Fase granulosa: Zucchero bianco, zucchero di canna o fondi del caffè.
  • Olio essenziale di lavanda o tea tree oil.

Miscelare 2/3 di fase granulosa (1 fra gli ingredienti indicati) con 1/3 di fase liquida (sempre uno degli ingredienti). Aggiungere 1-2 gocce di olio essenziale a scelta. Applicare sul viso massaggiando con movimenti circolari, evitando il contorno occhi.

Pelli grasse o miste.

  • Fase liquida: olio d’oliva, miele o yoghurt bianco
  • Fase granulosa: zucchero bianco, zucchero di canna, fondi del caffè, sale da cucina o bicarbonato.
  • Mezzo cucchiaino di succo di limone o di aceto.
  • Olio essenziale di limone o arancio.

Il procedimento è identico allo scrub precedente, con aggiunta di mezzo cucchiaino di succo di limone o aceto.

Mi raccomando, non esagerare con l’utilizzo dello scrub ma farlo massimo 1-2 volte a settimana. Adesso non vi resta che provare e farmi sapere come vi siete trovati!

La tisana digestiva!

La tisana digestiva!

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Quante volte vi capita di mangiare talmente pesante che non riuscite ad’alzarvi dal tavolo e magari “rutteggiate” tutto il pasto fino al giorno dopo? Oppure chi di voi ha uno stomaco talmente delicato che non riesce nemmeno a digerire l’acqua che beve? Sicuramente fra le persone con lo digestione lenta e stomaco debole, io ci rientro in pieno. Ogni tanto uso un limoncello, alcune volte il bicarbonato col limone ma spesso uso la mia tisana digestiva!

Le piante digestive sono tante, però io ne ho selezionate alcune che andranno a comporre la tisana. Ho cercato di farla funzionante e con un sapore gradevole, cosa non troppo scontata dato che vi sono alcune piante che sono amarissime!

Le piante che metto all’interno sono: la Camomilla (qui per rileggere l’articolo sulla pianta), l’Anice, la Liquirizia (qui per rileggere l’articolo sulla pianta) e la Menta. Sono tutti sapori che stanno bene insieme e inoltre hanno una proprietà in comune, ovvero favorire la digestione. Consiglio di farvela preparare dall’erborista di fiducia in parti uguali, se non avete la disponibilità delle piante in casa. Si possono sostituire le piante o aggiungerne altre, tipo: il finocchio, il carvi, il coriandolo ecc. L’importante è che va bevuta subito dopo i pasti, per far si che esplichi la sua azione in maniera più efficiente!

Attenti alla pianta: l’Elleboro!

Attenti alla pianta: l’Elleboro!

Helleborus viridis L.
Helleborus viridis L.

Dopo il successo che ha avuto questa rubrica con la precedente pianta (qui per rileggere l’articolo), oggi andiamo a parlare di un’altra specie vegetale presente nei boschi montani o sub-montani delle Alpi e dell’Appenino: l’Elleboro!

Spesso siamo a contatto con due specie di elleboro che scientificamente vengono chiamate Helleborus niger L. Hellerborus viridis L., appartenenti alla famiglia delle Ranuncolaceae.

In genere il periodo di fioritura della pianta va da gennaio ad aprile, quindi è probabile di incontrare questa varietà se andiamo a fare trekking in montagna.

Le piante però risultano essere velenosa e quindi bisogna fare attenzione quando ci troviamo a contatto con queste. I principi attivi responsabili dell’attività tossica della pianta sono: Elleborina, Elleboreina, Protoanemonina e altri glucosidi presenti all’interno.

Gli ellebori risultano tossici in quanto sviluppano un azione: emetica, purgante drastica e cardiotonica. A dosi elevate provocano: caduta del polso,vertigini, eccessiva salivazione, vomito, cianosi e collasso cardiaco

Mi raccomando quindi, non raccoglietela e soprattutto non mangiatela!!

helleborus niger
helleborus niger